giovedì 9 giugno 2011

Noi abbiamo inventato la felicità

"Che cos'è amore? e creazione? e anelito?" così domanda l'uomo e strizza l'occhio.
La terra sarà diventata piccola e su di essa saltellerà l'ultimo uomo.
"Noi abbiamo inventato la felicità" dicono gli ultimi uomini e strizzano l'occhio.
Essi hanno lasciato le contrade dove la vita era dura: perché ci vuole calore.
Ammalarsi e essere diffidenti è ai loro occhi una colpa: guardiamo dove si mettono i piedi.
Folle chi ancora inciampa nelle pietre e negli uomini!
Un po' di veleno ogni tanto: ciò rende gradevole i sogni. E molto veleno alla fine, per morire gradevolmente.
Si continua a lavorare, perché il lavoro intrattiene. Ma ci si dà cura che l'intrattenimento non sia troppo impegnativo.
Non si diventa più né ricchi né poveri: ambedue le cose sono troppo fastidiose.
Chi vuol ancora governare? Chi obbedire?
Nessun pastore e un sol gregge: tutti vogliono le stesse cose, tutti sono uguali.
Chi sente diversamente va da sé al manicomio.
"Una volta erano tutti matti" dicono i più raffinati e strizzano l'occhio.
Oggi si è intelligenti e si sa per filo e per segno come sono andate le cose, così la materia di scherno è senza fine.
Sì, si litiga ancora, ma si fa pace presto, per non guastarsi lo stomaco.
Una vogliuzza per il giorno e una per la notte, salva restando la salute.
"Noi abbiamo inventato la felicità" dicono gli ultimi uomini e strizzano l'occhio.

(Nietzsche)

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