martedì 11 febbraio 2014

Vittima felice?

- Ho riflettuto molto sul tuo caso, in effetti hai diversi problemi imbrigliati l'uno nell'altro. Il nocciolo della questione è che tu hai paura degli altri. Io non so se tu ne hai davvero coscienza, ma non soltanto tu non osi importi, né nemmeno esprimi i tuoi desideri, ma hai estrema difficoltà ad andare contro la volontà degli altri e ad esprimere un rifiuto. In breve tu non vivi veramente la tua vita ma agisci in funzione degli altri e delle loro reazioni. I primi compiti che ti darò ti insegneranno a sorpassare la tua ansia nell'accettare di essere in disaccordo con gli altri, a osare contraddire per esprimere i tuoi desideri e ottenere quello che cerchi. In seguito bisogna che tu accetti il fatto di non dover forzatamente corrispondere alle aspettative altrui, ma che puoi esprimere la tua visione differente, anche se questa può disturbare. Insomma a non preoccuparti di quello che gli altri pensano di te. Una volta che avrai imparato ad esprimere le tue opinioni, tu potrai ascoltare quelle degli altri e decidere liberamente se adattartici o no. Tu potrai anche imparare a comunicare meglio, a entrare in contatto con gli sconosciuti e creare una relazione, ad essere accettato anche da persone che non la pensano come te. Ma bisogna prima di tutto che tu accetti quello che ti rende unico, altrimenti continuerai a farti scomparire nei confronti degli altri. Ti insegnerò anche a convincere, in modo che tu sappia ottenere quello che cerchi. Infine ti porterò ad osare, a tentare delle esperienze nuove, a mettere in opera le tua idee, a concretizzare i tuoi sogni. In breve ti libererò di questa camicia di forza che, senza nemmeno che tu te ne accorga, ti impedisce di vivere pienamente la tua vita.
- Quindi mi obbligherete a fare determinate cose in modo ch'io possa imparare tutto questo?
- Tu credi che sia continuando la tua piccola vita, così come l'hai condotta finora, che evoluzionerai? D'altra parte guarda dove ti ha condotto...
- Grazie d'avermelo ricordato
- Anche senza arrivare ad un atto così estremo, sai, la vita può essere lunga e noiosa quando non la si vive come la si vorrebbe. E' solo buttandoti nella vita che puoi realizzare che non c'è niente di così orribile, e che tu puoi permetterti di fare quello che non ti autorizzi a fare oggi. Ascoltandoti ieri, sono rimasto spesso sorpreso dal modo in cui presenti le cose che vivi quotidianamente. Io penso che tu adotti spesso un ruolo da vittima
- Un ruolo da vittima?
- E' un'espressione per indicare una sorta di posizionamento nel quale le persone si lasciano scivolare senza rendersene conto. Questo consiste a vivere quello che ci capita come se ci fosse imposto e che noi siamo costretti a subire contro il nostro volere
- A me non sembra di essere così
- Tu forse non ne hai coscienza, ma ti metti spesso nella posizione della vittima quando utilizzi espressioni come: "Non ho avuto fortuna", "Non è andata come io volevo", "Avrei preferito...". Quando tu descrivi il tuo quotidiano, se un evento non è andato come lo volevi tu, hai la tendenza a dire: "peccato ma pazienza", "non importa", ma tu non lo dici con la saggezza di colui che ha imparato ad accettare serenamente le situazioni. No, tu ti esprimi con un tono di rammarico, la tua è un'accettazione rassegnata, e tu aggiungi di solito che non hai scelta. Inoltre hai la tendenza a lagnarti e a compiacertene. Tutto questo indica che tu ti cali nel ruolo della vittima...
- Può darsi che io adotti questo ruolo senza rendermene conto, ma in ogni caso io non mi compiaccio di questo
- Sì invece, perché ne trovi beneficio. Il nostro cervello funziona così: in ogni istante ci conduce a scegliere quella che lui considera essa la scelta migliore. In ogni situazione che tu vivi, il tuo cervello sceglie tra tutto quelle che sai fare, ciò che gli sembra più appropriato, quello che porterà maggior beneficio. Funzioniamo tutti così. Il problema è che non disponiamo tutti dello stesso ventaglio di scelte... Alcune persone hanno sviluppato delle attitudini e dei comportamenti molto vari, per cui quando si ritrovano in una certa situazione, il loro cervello dispone di un'ampia scelta di reazioni possibili. Altri invece tendono a reagire sempre un po' nello stesso modo, perché hanno una scelta più limitata. Ti faccio un esempio concreto: immagina una discussione tra due sconosciuti per la strada, uno dei due fa un rimprovero ingiustificato all'altro. Se l'altro ha molte frecce al suo arco, potrà, per esempio, argomentare per dimostrare all'altro che ha torto, oppure trasformare la critica in una battuta mettendola quindi sul ridere, o ancora potrebbe fargli delle domande per spiegare la sua critica, o potrebbe ignorarlo totalmente e continuare per la sua strada. Insomma, una persona così, è in grado di reagire in diversi modi e pertanto al momento della critica, il suo cervello dispone di diverse possibilità di reazione e potrà scegliere quella più appropriata alla specifica situazione, quella quindi che gli porterà maggior beneficio. Adesso prova ad immaginare che si tratti invece di una persona che è abituata a reagire sempre nello stesso modo, il suo cervello in questo caso sceglierà, per esempio, tra l'insultare l'altro o andarsene offeso e con l'umore ferito. Ma, in tutti i casi, sarà sempre la scelta migliore.
- Quindi mi state dicendo che io sono un po' limitato, è così?
- Diciamo che, nel contesto specifico dove le cose non stiano andando come tu avresti voluto andassero, tu disponi di poca scelta, perché hai sempre solo reagito nello stesso modo, cioè quello di posizionarti nel ruolo della vittima.
- E supponendo che sia vero, quale sarebbe il beneficio che ne trarrei?
- Da quello che ho sentito da te stesso ieri, tu ami passare per quello che fa degli sforzi per gli altri, e tu speri in questo modo che sarai apprezzato per il tuo "sacrificio". E poi tu ami un po' lagnarti e cercare quindi di attirare la compassione degli altri. Detto tra noi, non funziona. Tutti gli studi mostrano che le persone si sentono attirate ed hanno simpatia per quelli che perseguono le proprie scelte e vivono come hanno deciso di vivere. Alla fine i tuoi piagnistei non commuovono che te...
- Questo però non cancella il fatto che, obiettivamente, io ho avuto meno fortuna di altri nella vita. A cominciare dal mio status sociale d'origine. Mi spiace dirlo, ma è facile essere felici quando si è nati in una famiglia agiata!
- Cazzate
- Qualunque sociologo vi dirà che i bambini cresciuti in ambienti di alto livello sociale hanno statisticamente molte più probabilità di fare degli studi superiori, rispetto ai bambini cresciuti in ambienti modesti, e quindi di avere accesso a mestieri più valorizzati
- Ma questo non ha niente a che fare con la felicità! Si può essere ingegneri infelici o operai felici. D'altra parte ti ricordo che tu sei quadro... Le differenze di affetto e di educazione che i bambini ricevono dai propri parenti, quello sì può influire sulla loro felicità futura. Ma non c'è nessun rapporto con il livello sociale. Non è perché si è ricchi che automaticamente si sappia donare amore ed educazione ai proprio figli!
- Ok, ma allora anche in questo caso non potete certo dire che io sia stato fortunato! Non ho nemmeno avuto un padre!
- Sì, ma adesso sei adulto, e puoi imparare a fare altre cose oltre a lamentarti della tua sorte.
- ....
- Alan...
- Cosa?
- Non esistono vittime felici.
- Va bene, allora come si fa per uscire da tutto questo? Perché se in più, si tratta anche di qualcosa di non cosciente, non vedo come potrei uscirne...
- L'unica soluzione è imparare a fare altre cose. Avere nuove attitudini. Nuove possibili reazioni. Se il tuo metterti nel ruolo della vittima è la tua scelta migliore è ovvio che il tuo cervello non ha molte possibilità. Bisogna dunque che te ne crei altre. La nostra natura ha orrore del vuoto, quindi se cerchi semplicemente di sopprimere questo ruolo da vittima, senza creare prima qualcosa da mettere al suo posto, il tuo cervello si opporrà. Non ce la farai mai. La cosa migliore quindi è scoprire che anche tu, come tutti, puoi fare anche altre cose. In seguito il tuo cervello potrà almeno scegliere tra più opzioni, e alla fine sceglierà quella che porta maggior beneficio.
- E quale sarà questa nuova opzione?
- Ti insegnerò a ottenere quello che desideri nella tua vita quotidiana. Ascolta, tu ieri mi hai lasciato senza parole quando mi hai raccontato che la tua mancanza di fortuna si manifesta anche nelle piccole cose di tutti i giorni. Mi hai detto che quando compri una baguette in panetteria regolarmente ti consegnano una baguette troppo cotta quando a te invece piace quasi bianca!
- E' vero
- Ma cosa significa? Vuoi dire che non sei nemmeno capace di dire: "No, questa è troppo cotta, vorrei quella a fianco più bianca"
- Ma certo che ne sono capace! E' solo che non voglio infastidire la panettiera, proprio mentre è pieno di gente. Tutto qui.
- Ma ci vogliono solo due secondi! Tu preferisci mangiarti una baguette troppo cotta, che a te non piace, piuttosto che chiedere due secondi del suo tempo? No, la verità è che tu non osi dirlo perché hai paura di contrariarla per avere quello che vuoi. Tu temi che lei ti trovi troppo esigente, fastidioso e che non ti ami più. E tu hai paura che gli altri clienti siano altrettanto infastiditi e si spazientiscano.
- E' possibile...
- Sul tuo letto di morte tu potrai dire: "Non ho combinato niente nella mia vita, non ho fatto nulla di quello che avrei voluto fare, ma tutti mi hanno trovato gentile" . Geniale.
Cominciavo a sentirmi francamente male. Volsi lo sguardo da quest'uomo e lasciai scorrere il mio sguardo sugli edifici, sui negozi, sulla gente che passeggiava.
- Ma ho una buona notizia per te.
- Ah sì?
- La buona notizia è che sei sempre in tempo a cambiare. Se tu lo vuoi.