giovedì 26 giugno 2014

Una volta leggevano tutti ad alta voce

Alcuni documenti attestano a Bologna fra il 1112 e il 1125, l'attività di un giurista chiamato Wernerius o Warnerius, poi noto come Irnerio.
Questo Irnerio si considera il fondatore della scuola di diritto di Bologna.
Irnerio restaura lo studio del Codice (latino) di Giustiniano, che per secoli era stato dimenticato. Giustiniano I, imperatore d'Oriente, è quello che vediamo nel mosaico della Basilica di San Vitale a Ravenna.
Non tutti sono d'accordo nel dire che ai tempi di Irnerio ci sia già a Bologna qualcosa che si possa chiamare "università". Sembra che si debba arrivare ai primi anni del Duecento per avere la certezza che a Bologna ci siano strutture universitarie di studi legali e di studi retorici (considerati preparatori agli studi legali).
Propriamente universitas indica un gruppo di persone che si danno una qualche organizzazione professionale; si chiama universitas una corporazione; si chiama universitas anche un gruppo di docenti e di studenti. Un luogo dove agiscano vari docenti e vari studenti si chiama Studium generale. I primi studia generalia europei, come quelli di Bologna, di Parigi e di Oxford, ricevono privilegio di fondazione dal papa o dall'imperatore.
Le principali materie di studio sono la teologia, il diritto civile e canonico, la medicina. E gli studi retorici, che, come dicevamo, sono considerati preparatori agli studi legali.
Gli studi retorici vanno in questi secoli sotto il nome di ars dictandi o artes dictandi, arte (o arti) del dettare.
Se ci pensate, o se guardate un buon vocabolario, "dettare" ha ancor oggi vari significati. Partendo da quello di "dire parola per parola quelle che un altro deve scrivere" si arriva a "comporre" o "scrivere".
Già in latino dictare, iterativo di dicere, "dire", significava "comporre", e in particolare "scrivere lettere". Qui ci sono due cose che non funzionano bene nella nostra mente. Prima di tutto lo scriver lettere, che non fa più nessuno, e poi il fatto in sé di dire, di parlare ad alta voce. Parlare ad alta voce un tempo era un'operazione che interveniva anche nella lettura. Una volta forse leggevano tutti ad alta voce, anche quando erano soli.
In ebraico c'è una sola parola per designare il "leggere" e il "gridare".
Sant'Agostino nelle Confessioni racconta lo stupore con cui per la prima volta a Milano vide uno che leggeva mentalmente. Era Sant'Ambrogio.
Per noi si sono scardinati i rapporti tra le tre attività fondamentali del parlare, del leggere, dello scrivere...
Per finire, saranno termini tecnici della art dictandi quelli che userà Dante per definire il proprio stile: "I' mi son un che, quando / amor mi spira, noto, e a quel modo / ch'e' ditta dentro vo significando" (Purgatorio 24.52-54); cinque versi sotto l'amore sarà definito dittator, colui che detta.